FONDAMENTALI

La visita medica per l'idoneità alla pratica agonistica

L'obiettivo di Bikevo è quello di divulgare 'le buone pratiche' del ciclismo e non ci possono essere buone pratiche senza misura, prudenza, coscienza e consapevolezza di noi stessi e di ciò che ci mettiamo a fare.

Alla base di un ciclismo sano, così come della pratica agonistica di qualsiasi disciplina sportiva, ci deve essere un’attività che faccia del bene al nostro organismo e che ci tuteli da un punto di vista sanitario. È proprio per questo che si rende necessaria e quanto mai raccomandabile, una visita medica condotta da personale qualificato e che costituisca per ciascuno di noi il primo lasciapassare per dedicarsi alla propria passione in sella.  

Lo Specialista in Medicina dello Sport è il medico che si occupa della tutela di questo tipo di interesse e che è tenuto a compiere una valutazione clinico-funzionale finalizzata al rilascio del certificato d’idoneità sportiva agonistica.
Un’attività sportiva intensa e condotta a ritmi sostenuti può causare danni se gestita con leggerezza e approssimazione: la visita medico sportiva, attraverso indagini specialistiche e strumentali a carattere diagnostico, è esattamente volta a prevenire l’insorgenza di questi possibili danni e ad individuare precocemente eventuali patologie, soprattutto cardiovascolari, che possano precluderne la pratica. 
La visita, qualora tutti i parametri rilevati siano adeguati, si conclude con l’emissione del certificato di idoneità agonistica, che ha validità di un anno (salvo casi particolari) e attesta che il paziente/atleta è in buona salute ed è in grado di sostenere l’impegno cardiocircolatorio, respiratorio e fisico di un’attività intensa.

Scavando più nei dettagli, possiamo individuare i quattro obiettivi principali di una visita d’idoneità sportiva agonistica

  • Valutazione delle condizioni generali di salute dello sportivo al fine di individuare eventuali fattori di rischio e le condizioni che possono limitare o impedire l’attività sportiva agonistica. 
  • Verifica dell’eventuale esistenza di situazioni che possano predisporre a infortuni, o costituire pericolo, in relazione alla specifica disciplina praticata. 
  • Assicurazione circa la valenza medico-legale della visita di idoneità 
  • Informazione sui percorsi diagnostico-terapeutici da intraprendere per affrontare eventuali problemi riscontrati nell’ambito della visita.

Su tutto il territorio nazionale, il medico specialista in Medicina dello Sport, ai sensi dell’art. 8-bis, 8-ter e 8-quinquies del D. Lgs. 229/1999, che operi in ambito del Servizio Sanitario Nazionale o privatamente, deve attenersi a protocolli comuni, elaborati dal CONI ed altre realtà. I protocolli sono studiati in base all’età del soggetto, al genere, al tipo di impegno fisico e al rischio specifico del singolo sport che il soggetto intenda praticare.

Cosa comprende, quindi, la prima visita di valutazione clinico-funzionale per l’idoneità all’attività sportiva agonistica?
Indipendentemente dall’età del soggetto e dal tipo di sport che il soggetto pratica o intende praticare, essa prevede:

  • visita medica comprensiva di anamnesi clinico-patologica e sportiva
  • esame obiettivo
  • ECG a riposo e da sforzo (step-test o cicloergometro a scelta dell’operatore)
  • spirometria
  • esame urine completo
  • esami bioumorali (da valutare per i soggetti over 40., sulla base di evidenze scientifiche)

Nel caso insorgano dubbi diagnostici lo Specialista valuterà la possibilità di compiere esami cardiologici più approfonditi.

Le valutazioni del medico specialista possono inoltre variare in base all’età del paziente: nelle prime fasi di attività agonistica, fino alla maggiore età, è importante porre attenzione allo sviluppo psico-fisico, posturale e muscolo-scheletrico e alle eventuali carenze dell’età evolutiva. Nella maturità agonistica (18-39 anni) si devono identificare e prevenire eventuali danni da sport (sovrallenamento, sovraccarichi articolari, ecc.). Dopo i 40 anni, invece, è importante tenere sotto controllo l’attività cardiaca e identificare lo specifico rischio cardiovascolare attraverso l’esecuzione di un test da sforzo massimale al cicloergometro o al tapis roulant ed esami ematochimici (emocromo, glicemia, creatininemia, trigliceridi, colesterolo totale, HDL e LDL, ALT, NA e K plasmatici), a cadenza programmata utilizzando la Carta del Rischio Cardiovascolare.

Redazione

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